ero al lavoro quando, ieri, mamma mamma m'ha telefonato:
"frà, sono caduta da una scalinata e sono seduta su di una panchina a piazza kennedy....vieni a prendermi tu che ho male alla caviglia, e mi sa che dobbiamo andare in ospedale"
inutile specificare che mi precipito.
la trovo con la caviglia gonfia come un pallone e via, di corsa al pronto soccorso.
da subito, scenari manzoniani: urla, lai e disservizi si manifestano a miei increduli occhi...
e come se non bastessero le sopra citate cose, inizia anche una vera e propria giostra di menzogne e menzognieri sotto ricatto, tapini derelitti presi per la gola da chi, al posto delle mani, ha degli stritolatori:
il primo è un ragazzo sui 30, pieno di calce, scarpe da muratore e clavicola lussata.
stavi lavorando? chiede il medico.
nossignore, me lo sono fatto a casa mia.
olè, fuori uno, mi dico tra me e me...e non è che l'inizio.
arriva uno con una mano fasciata con uno straccio di chissà quale colore, ma zeppo ormai di sangue che gocciola... di vista lo conosco, lavora sotto padrone in una macelleria in centro.
te lo sei fatto lavorando? chiede il medico.
nossignore, me lo sono fatto a casa mia.
e te pareva, aricommento fra me e me.
neanche il tempo di archiviare tale dolorosa scena e tra cigolii e traiettorie inconsulte, giunge a bordo di una sgangherata carrozzella, un giovane ragazzo, inequivocabilmente provieniente da un paese dell'est, anch'esso sporco di fatica e con una gamba penzoloni ed il piede nudo.
è una frattura, te la sei fatta lavorando? chiede il medico.
no, no...fatta mia casa.
fine del post, ogni commento sarebbe superfluo...giusto v'interesserà sapere che mamma sta bene.